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martedì 31 luglio 2012

CONFERENZA STATO-REGIONI: LINEE GUIDA SULLA FORMAZIONE IN SALUTE E SICUREZZA

(approvato nella seduta del 26 luglio 2012)
Per leggere l'intero documento vai al sito dell'AGL SICUREZZA SUL LAVORO cliccando sul seguente link:
http://agl-sicurezza-lavoro.blogspot.it/2012/07/conferenza-stato-regioni-linee-guida.html

I SINDACATI RAPPRESENTATIVI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE: CONTINUA L'INCANTESIMO DI PATRONI GRIFFI

Il Ministro-Mago Patroni Griffi continua a ipnotizzare i sindacati rappresentativi del pubblico impiego.Dopo aver fatto apparire il mostro (i licenziamenti) , dopo lo zucchero filato (l'intesa del 3 maggio) , dopo aver spento la luce il 25 luglio e lasciato in un buio inquietante la parte sindacale, dopo
averla risvegliata con una doccia gelata con l'approvazione della spending review il 30 luglio e dopo aver evocato l'orco dei ventimila licenziamenti nel pubblico impiego ha proiettato nelle menti confuse dei pur esperti rappresentanti sindacali l'immagine di un bivio. Uno strano bivio che a un certo punto, dopo qualche miglio, si ricongiungerà e porterà sotto terra i nostri amici (poco male) ma soprattutto i lavoratori pubblici italiani.Già CGIL,UIL e UGL si sono buttati a sinistra (lo sciopero e la solo apparente barricata che più che altro li metterà al riparo, loro e le loro coscienze, dall'ira dei lavoratori) . La CISL invece ha preso il ramo di destra: no allo sciopero, continuare a seguire gli esperimenti del Ministro a settembre, cercare di rendere presentabile il tutto attraverso la trasformazione , all'ARAN, dell'intesa del 3 maggio in accordo quadro sulle relazioni sindacali. Il Ministro continua a ripetere incessantemente la formula magica: "licenziamenti, prepensionamenti, mobilità" , gli apprendisti stregoni CISL assicurano che no, il Ministro non licenzierà nè esoderà nessuno.
Come AGL magari non saremo ancora così esperti, tuttavia alcuni concetti ci sembrano chiari e non sembra che i trucchi di Patroni Griffi stiano facendo grande effetto su di noi.
Innanzitutto: Patroni Griffi (peraltro persona serissima e preparatissima) ha perso ogni credibilità come Ministro della Funzione Pubblica. Dall'inizio del suo mandato ha detto e scritto tutto e il contrario di tutto.E per di più ha sberlinato innanzi agli occhi dell'opinione pubblica sindacati la cui serietà ed autorevolezza fino ad oggi non era stata mai messa così in discussione (una volta, se ricordate, in Italia i Sindacati erano temutissimi e rispettati). Si abbia la decenza , visto che dobbiamo recuperare qualche punto nell'immagine-Paese, da parte delle maggiori confederazioni, di chiederne le dimissioni e/o lui stesso abbia l'orgoglio di capire di aver sbagliato dicastero (forse lo Spettacolo sarebbe stato più adatto a lui, anche considerata la lontana parentela col grande regista che portava lo stesso cognome).
Secondo, come era buona norma fare una volta, i sindacati rappresentativi chiedano di trattare direttamente con Monti, nel frattempo. Gli facciano intendere però, preventivamente, anche ad agosto, che senza una P.A. che lo supporti qualsiasi tentativo di cambiare il Paese sarebbe velleitario. E, per dimostrarglielo, più che organizzare scioperi generali, cominciamo a fare vedere al governo cosa significa paralizzare per un congruo intervallo di tempo una singola Amministrazione (chiaramente una di quelle che contino qualcosa e non quelle che fungono da cimitero degli elefanti dirigenziali). Facciamo un pò i "camionisti" della P.A. quindi.
Avrete già capito quindi che per l'AGL sono inutili sia nuovi scioperi generali sia trattative con Patroni Griffi (i cui impegni sarebbero sconfessati a stretto giro di posta- i precedenti conteranno pure qualcosa - da lui stesso)
Due sono le condizioni da pretendere: la presenza del Ministero dell'Economia in ogni fase delle future trattative con impegni scritti da parte dello stesso sulla sostenibilità di bilancio delle soluzioni che si andranno a concordare col Presidente del Consiglio; l'edificazione di una vera e propria Linea Maginot che fissi due pregiudiziali assolute e non negoziabili: 1) prepensionamenti solo volontari 2) nessun licenziamento di presunti esuberi nè quelli risultanti dalle presenti piante organiche nè quelli che potrebbero emergere dalla revisione delle stesse (e qui le altre confederazioni farebbero bene a non lasciare sola la CISL a trattare di queste cose col Governo). Come più volte abbiamo detto, la bandiera che il movimento sindacale pubblico deve far propria senza più esitare è quella della "mobilità dei dipendenti pubblici da una amministrazione all'altra nell'interesse dei cittadini" (è sempre e solo stata evocata solo a parole) e non della mobilità come anticamera del licenziamento (i 24 mesi all'80% dello stipendio). Quindi i posti nella P.A. vanno difesi e mantenuti, tutti.Non facciamo del blocco del turn over nè una sciagura nè un tabù: c'è stato (111 mila posti in meno calcolati negli ultimi anni), è un portato naturale del progresso tecnologico che non va rallentato solo per perpetuare una PA anche ammortizzatore sociale e bacino elettorale o per non far perdere l'esercito a dirigenti pupilli della politica o su quelle poltrone per eredità Non c'è bisogno di istituire commissioni di studio per sapere quali pubbliche amministrazioni in Italia non servono a nulla (non per colpa di chi ci lavora dentro ma per obsolescenza di norme e funzioni, nonchè per fallimento di modelli organizzativi della PA che solo in Italia residuano) e quali potrebbero essere invece, se supportate da nuovo personale e da adeguati supporti informatici, potenzialmente, fattore di rinascita del ruolo della PA. Non c'è più tempo, sbrighiamoci a farlo.
Da ultimo, i dipendenti pubblici vigilino su comportamenti che spiace perfino interpretare in maniera così maliziosa. E' evidente che la scelta della CISL è una ciambella lanciata a una maggioranza in difficoltà per consentirle di guadagnare tempo e dilazionare il più possibile scelte traumatiche che potrebbero avere sgradevoli effetti elettorali. Così come è palese che l'apparente intransigenza dell'altra parte dei sindacati, quella più bellicosa , oggettivamente remi nella stessa direzione di chi, da destra e da sinistra, voglia portare il prima possibile il governo Monti a cadere e a monetizzare a livello elettorale la brutta figura.
Riflettano i lavoratori pubblici e comprenderanno che la battaglia non viene fatta, dai più grandi sindacati rappresentativi, a loro tutela e in loro nome ma per entità terze che continueranno in futuro a deprimere le pubbliche funzioni che dovrebbero innanzitutto essere al servizio dei più deboli.
Ci appelliamo pertanto a tutti i lavoratori pubblici e a tutte le forze sindacali che hanno a cuore la loro condizione affinchè non si imbocchi nè l'una nè l'altra strada e si vada invece diritti, costruendo un nuovo sentiero che ci porti, dopo tanti anni, ad essere protagonisti della costruzione del nuovo.

sabato 28 luglio 2012

FUGA DALLE ISTITUZIONI: UN FILM GIA' VISTO

Da bravi allievi in comunicazione innanzitutto forniamo la notizia:
"Detenuto salta laurea per uscita negata.Doveva concludere corso triennale, ma magistrato dice di no"
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/07/28/Detenuto-salta-laurea-uscita-negata_7251636.html
Contrariamente a quanto potrebbe desumersi dall'articolo, l'immagine che di se offre il Tribunale di Sorveglianza di Roma è tutt'altro che di incuria ed abbandono:
http://tribsorvroma.wordpress.com/
Si ha la sensazione cioè che sia annoverabile tra quella parte dell'Amministrazione Giudiziaria italiana che cerchi di migliorare l'esistente attraverso scelte e iniziative adottate (con una espressione che fa inorridire molti) "a costo zero". Non si ha evidenza su Internet di lamentele specifiche del personale interno (se ce ne fossero di nuove, siamo a disposizione per darne ascolto e risonanza) e i rilievi negativi vengono piuttosto  da singole situazioni riassumibili nella espressione "Giustizia ingiusta" ovviamente fatta propria da chi si ritiene vittima di determinati comportamenti, protratti nel tempo.
E' evidente poi che la vicenda di cui trattiamo ha sullo sfondo una polemica tra soggetti istituzionali di cui essa sarà probabilmente solo una delle puntate.E vai a verificare chi ha iniziato, per quali motivi e se ha torto o ragione.
Premesso che la giustizia è un tema di cui si cerca di evitare (per scaramanzia) di occuparsi e che la cittadinanza si divide in due parti, quella che non ha mai avuto a che fare con essa e quella che forzatamente se ne è dovuta interessare e conseguentemente se ne è fatta un'opinione, è noto che la polemica in Italia sulla funzionalità dell'Istituzione-Giustizia vede fronteggiarsi due posizioni. C'è chi ritiene che la colpa sia della Magistratura politicizzata e con scarsa voglia di lavorare, con un personale che la segue a ruota sulla via della scorrettezza, della partigianeria e dell'inefficienza e che quindi non va ulteriormente foraggiato.Dall'altra c'è chi difende Giudici e PM, vorrebbe più soldi per l'organizzazione e le strutture e addirittura più assunzioni di personale amministrativo. Andiamo avanti così da decenni e, siccome gli osservatori neutrali (però anch'essi elettori) ormai mostrano una certa stanchezza ultimamente va di moda, da entrambe le parti , scaricare tutte le responsabilità sulla "Politica".Ovviamente tutti negano di aver votato la maggioranza di turno. Ogni politico, pur di non perdere voti e non rischiare di non essere rieletto, appoggia tutto e il contrario di tutto.I soldi non ci sono più quindi da una parte si è più tranquilli, dall'altra si può solo imprecare o tentare di fare riforme a costo zero.In sintesi: anche nella Giustizia riflettiamo l'immagine di un Paese in decadenza che brancola nel  buio. Poichè è l'organizzazione di questa Giustizia che mostra ormai i segni del tempo (nonostante la nobiltà delle origini) e il buon senso ci dice che, stante questa strutturazione,  la situazione non migliorerebbe nè circondando i Magistrati di tornelli, nè costruendo nuove carceri, nè assumendo migliaia di amministrativi, triplicando loro lo stipendio e riempiendoli di personal computer.Crediamo sia venuto il momento di azzerare tutto e costruire un sistema completamente nuovo e più moderno, se necessario rifacendosi  ad esperienze straniere di paesi dell'occidente in cui la giustizia funzioni meglio che in Italia (c'è solo l'imbarazzo della scelta, visto che le classifiche internazionali ci equiparano, nel settore, ai paesi dell'Africa subsahariana).Quindi: non si tratta di dare la colpa e punire chissà chi (Magistrati, personale, politici, ecc.) ma di prendere atto che l'impianto è troppo vecchio e complicato, modificarlo costerebbe troppo tempo e risorse e quindi conviene rimuoverlo e farne uno nuovo.Cambiando quindi la Costituzione. Senza ovviamente danneggiare le persone che ci lavorano dentro ma riorganizzandole, aggiornandole e, quanto prima, retribuendole meglio. Questo riteniamo debba essere l'obbiettivo di chi crede, vivendoci dentro e volendo continuare a farlo, in una PA al servizio del cittadino e al passo con i tempi. Si può anche non scegliere questa via. Ma sarebbe una pia illusione. Il mondo, la società, il progresso vanno per la loro strada. Una P.A. troppo lenta verrebbe sorpassata senza pietà, ritenuta inutile e quindi non meritevole di risorse (come già sta avvenendo, bipartisan). Il crollo della condizione dell'impiegato pubblico negli ultimi anni è proprio la conseguenza di una anacronistica indisponibilità a svolgere un ruolo progettuale di protagonista, di avanguardia in questi processi. Sindacati che hanno difeso (male) l'esistente e concepito il cambiamento non come complessivo miglioramento delle retribuzioni e delle condizioni dei lavoratori pubblici non dirigenti ma come asservimento alle mode e ai capricci dell'innovatore di turno, il quale spesso non ha ricambiato il favore."""""Simone ci ha ufficialmente detto di non volersi più laureare in carcere. Aspetterà di farlo fra un anno, quando sarà un uomo libero""""": questa sconfitta dell'Istituzione carceraria, questa fuga da essa, è la metafora di tutto quanto abbiamo appena detto.Non lamentiamoci quindi del fatto che i cittadini non abbiano più voglia di pagare le tasse per mantenere questa Pubblica Amministrazione, per assumere nuovo personale  nella Giustizia e non stupiamoci se un domani verremo a sapere che Simone si sia comportato da evasore fiscale. Questa vicenda nasce da un conflitto tra norme di legge? Eliminiamo questi conflitti con leggi che sostituiscano le esistenti.Da ritardi dovuti a carenze organizzative?Riorganizziamo l'Amm.ne Giudiziaria, a costo zero (finchè non si troveranno i soldi). Ma c'è qualcosa che i lavoratori della Giustizia devono trovare dentro di sè (e in questo nè la Politica nè la Dirigenza possono sostituirli): la volontà di reagire , l'orgoglio di essere protagonisti del recupero di una loro ragion d'essere, il coraggio di sbarazzarsi di cattive compagnie sindacali, liquidandole

mercoledì 25 luglio 2012

IL MINISTRO PATRONI GRIFFI BIDONA I SINDACATI RAPPRESENTATIVI NEL PUBBLICO IMPIEGO

Era partito con preoccupanti preannunci di licenziamento nel pubblico impiego. Poi, con una giravolta, si era dimostrato, nel Governo Monti, il più malleabile con i sindacati del lavoro pubblico. I quali, in gran parte, contenti di aver trovato un "Direttore" (loro non possono fare a meno di direttori) così "umano", avevano con lui firmato un accordo con il quale speravano di rientrare in circolo. Ci hanno sviolinato questo accordo per settimane. Poi è arrivata la doccia fredda della spending review con lo storico taglio degli Statali. Increduli, ne hanno chiesto conto al Direttore, chiedendogli che mantenesse le sue promesse. Silenzio. Poi la convocazione, il 17 luglio, per oggi 25 a Palazzo Vidoni. Ma lui non si presenta perchè è impegato al Senato e propone l'aggiornamento a lunedì 30 luglio. Ma il 30 luglio l'iter parlamentare sarà concluso e, come ama fare la CISL, ci sarà solo da allargare le braccia rassegnati. Ciò mentre in Spagna gli statali stanno combinando cose mai viste. Ma questi sindacati, al di là delle deleghe e dei voti alle RSU sono veramente rappresentativi del vostro modo di essere, lavoratori pubblici italiani? Sarebbe ora che ci iniziate a riflettere sopra. Per ora tenetevi questo bidone, cercate di godervi le vacanze e vedrete che riscossa a settembre con lo sciopero generale di un giorno della CGIL. Già al governo stanno tremando tutti.......

venerdì 20 luglio 2012

CONDIZIONE DELLE MAMME IN ITALIA: FELTRI APRE LA LUCE, LA SEN.OMBRETTA COLLI (AIUTATA DA LUI) LA CHIUDE

Interessante botta e risposta tra il Direttore Feltri e la Sen.Colli.
Feltri:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/bimbe-lasciate-auto-e-madri-lasciate-sole.html
Colli:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/feltri-ha-ragione-cos-mamme-vanno-aiutate.html
Innanzitutto quantifichiamo l'entità del fenomeno: 5 milioni di casalinghe, gli uomini sono solo 63 mila. Lo dice l'ISTAT: leggere per credere
http://www.dimmidove.it/dettaglioflash.php?id_flash=30945
La notizia pertanto riguarda un caso (milanese) fondamentalmente metropolitano.La mamma in SUV (a cui consigliamo di vendere il SUV, comprare una utilitaria e destinare un pò di soldi in baby sitter) che non sapendo dove sistemare le figlie se le porta dietro al supermarket e le lascia in macchina poco tempo per andare a fare degli acquisti.
Condividiamo molte delle osservazioni di Feltri. Le famiglie sono disincentivate, di fatto, dallo Stato, a procreare.Ma è inutile mettersi le mani nei capelli per l'eventuale sorpasso demografico degli stranieri. Quello avverrà comunque, facciamocene una ragione così come riguardo alla futura multietnicità del nostro Paese. Già oggi le mamme straniere, in famiglie che lavorano e pagano le tasse, hanno problemi identici a quelli delle italiane. E poichè gli esseri umani hanno pari dignità, lo Stato di entrambe deve occuparsi.Giusto aspirare a un maggior impegno lavorativo delle donne (Feltri fa proprie dunque due storiche bandiere della sinistra e delle femministe) ma oggi, nel 2012, siamo un pò più avanti: deve essere una libera scelta e nel caso di impegno totale in casa ciò non necessariamente si traduce in danno ma , se sostenuto, in beneficio per il Paese, in termini di risparmio e qualità dei servizi e di qualità della vita (più affettività) per la crescita dei figli. Non è paragonabile l'apporto di una insegnante retribuita con quello diretto di una mamma.Proprio perchè le città sono radicalmente cambiate e la famiglia si è destrutturata.Ma se la libera scelta della donna è di lavorare (e la libertà c'è laddove non si è obbligati dal bisogno) allora lo Stato ha il dovere di surrogare, nella qualità e nei tempi, le esigenze delle famiglie, per esempio con un tempo pieno che arrivi fino alle 18-19 dei giorni lavorativi.Altro tabù da sfatare: la durata delle vacanze scolastiche. Perchè 3 mesi? Impegnamoci piuttosto a rendere più gradevole la vita nelle strutture scolastiche. E' vero: le private sono organizzate meglio e risparmiano rispetto alle pubbliche. Ma le pubbliche non sarebbero più competitive se lo Stato fosse più propenso a investirci sopra?No, non lo si è fatto, il privato è cresciuto, ha aumentato gli utenti e aspiranti tali e oggi quello che in Costituzione era aborrito (soldi pubblici alla scuola privata )è diventato un must per tutti gli amministratori locali. Resta però, nonostante tutto, opaco il sistema di agevolazione della famiglia per una libera scelta. I redditometri non funzionano, il caos fiscale è talmente imperante che, così come avviene per le case popolari, anche per le scuole è altamente presente il rischio che il più bisognoso venga sfavorito a vantaggio del meno bisognoso più furbo.Comprensibile l'amarezza di Feltri per l'inadeguatezza della politica negli ultimi anni sui temi della scuola e della famiglia. Ma osserviamo che questi partiti non si sono votati da soli. Qui l'abolizione delle preferenze non c'entra nulla. Questi politici, sono, tutti, specchio della maggioranza degli elettori italiani i quali non credono in una educazione di contenuti e di valori ma in una scuola di vita fondata sulla furbizia, la prevaricazione e l'interesse. In sintesi: i soldi per la scuola pubblica sono inutili, meglio non pagare le tasse  e spendere quei soldi in scuole private (anche religiose)che garantiscano disciplina, riparo dalla delinquenza e preparazione severa in vista di una università altrettanto esclusiva che possibilmente promuova l'ingresso del proprio figlio nella futura classe dirigente. Altro che istruzione come fattore di competitività per tutto il Paese!Competitività si, ma per uso privato, a vantaggio dei ceti forti a scapito dei deboli. Ma nell'uno e nell'altro caso la novità è che i soldi non ci sono più. Per cui non si sa dove suggerire ai politici (che puntualmente non ci ascoltano) di recuperarli. Feltri pensa a ridurre gli ammortizzatori sociali mascherati (false pensioni, forestali, assunzioni statali clientelari) la Sen. Colli addirittura se la piglia con le giornate perse dagli insegnanti in distacco sindacale.Insomma: si apre la luce ma poi la stessa si chiude scadendo nella trita e ritrita polemica politico-ideologica.
Per carità,possiamo essere anche d'accordo nel merito. Siano benedetti la Guardia di Finanza, la Corte dei Conti e le Autorità di controllo quando scoprono e colpiscono gli abusi denunciati da Feltri (e da noi) e chissà quando si occuperanno di verificare di nascosto se i distaccati svolgono effettivamente attività di dirigente sindacale e non invece i fatti loro avendo l'unico merito di essere amici, parenti o amanti di boss sindacali (ma scusi, Sen. Colli, lei affiderebbe fino alle 18 i suoi figli a insegnanti "recuperati" dopo aver truffato lo Stato in questa manierà?). Ma diciamoci la verità: per una volta non sarebbe opportuno chiedere non al Governo di turno ma al complesso dell'elettorato: "scusa, ci spieghi che tipo di istruzione vuoi tu per i tuoi figli e quanto saresti disposto a spenderci?". Allora si che avremmo le idee chiare sia per stabilire gli oneri ma anche, eventualmente, per convincerci che la Costituzione, su questo argomento, forse andrebbe un pò aggiornata.

sabato 14 luglio 2012

SPAGNA-ITALIA (tra Sindacati dei Lavoratori Pubblici):UN ALTRO 4-0?

Cosa sta succedendo in Spagna ai lavoratori pubblici? Leggete qui:
http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/spagna/2012/07/13/Spagna-lavoratori-pubblici-ancora-piazza-Madrid_7182101.html
In Italia?
A seguito del varo della Spending Review siamo in attesa che la CGIL verifichi se a settembre vi siano le condizioni per uno sciopero generale unitario con CISL, UIL, UGL. Scelta comprensibilissima, visto che a luglio da noi si muore dal caldo mentre in Spagna fa un freddo cane e i lavoratori si agitano anche per riscaldarsi un pò.Tradizionalmente i lavoratori pubblici italiani non applicano i blocchi stradali.Da noi sono proibiti dalla legge e vengono praticati, quando proprio non ne possono più, da quei mattacchioni dei metalmeccanici. Sorpresa: gli spagnoli hanno perso la 13^. Noi stiamo meglio: da anni la usiamo solo per pagare le tasse a gennaio.Perchè siamo più patrioti e guai se le casse dello Stato dovessero soffrire.Poi esce fuori la verità: in Spagna milioni di lavoratori sono arrabbiati anche per la riduzione dei permessi sindacali: si, perchè in Spagna ancora i permessi sindacali vanno direttamente a beneficio dei sindacalisti.Noi ci siamo autoregolamentati e anche in questo da anni siamo superiori: permessi e distacchi per lo più a parenti e amici dei sindacalisti.Per evitare i conflitti di interesse. In realtà noi italiani abbiamo una carta in più da giocare: la politica. subito dopo il varo della spending review si faceva molto affidamento sugli emendamenti parlamentari. Che come noto in Italia sono efficacissimi visto che i Governi quasi mai fanno ricorso al voto di fiducia. Ma qualcuno aveva ancora qualche dubbio. Appena però  i lavoratori pubblici hanno appreso che un noto leader politico ritornerà in campo, le figure di Patroni Griffi e Fornero hanno iniziato a dissolversi e all'orizzonte , in posa-Balotelli, la sagoma di Renato Brunetta ha restituito a tutti la fiducia che no, i lavoratori pubblici italiani non faranno la fine dei loro colleghi spagnoli.Perchè verranno posti in mobilità molto più velocemente........

martedì 10 luglio 2012

IL TIRO ALLA FUNE SULLA PELLE DEI MALATI

Almeno i lavoratori attivi possono alzare la voce. I malati, no. A loro costa tanta fatica arrabbiarsi contro la spending review.Settemila posti letto in meno negli ospedali pubblici a partire dal 2013.Orribile trasposizione, dalla macchina burocratica agli ospedali, del motto: "affamare la bestia per costringerla a ridurre le proprie dimensioni". Fatichiamo a individuare quale razionalizzazione ne possa scaturire. Se lo spreco nasce da procedure distorte occorre correggere quelle, non i risultati (di cui stanno beneficiando comunque esseri umani in stato di bisogno).Tutti contenti: l'Europa, la Corte dei Conti, ecc. (ma loro non frequentano i nostri ospedali).Ma forse è il colpo decisivo alla sanità pubblica, a vantaggio di quella privata. Gettate al vento tutte le buone intenzioni, quelle di premiare le Regioni virtuose (che, in base alle prime reazioni, sono le più in.....te) e quelle di mettere le più sciupone (ma anche malridotte, sempre a danno dei meno abbienti) , le loro classi dirigenti, di fronte alle proprie responsabilità. In attesa di un compiuto Federalismo, permetteteci di tifare per le Regioni, quelle più serie, sperando che vincano contro le inumane decisioni del Ministero dell'Economia. Siete la nostra unica speranza, qualunque sia il vostro colore politico.Se a questo aggiungiamo l'ira di farmacisti, chirurghi ospedalieri e ricercatori , stavolta non indirizzata (sembra) a tutela di privilegi ma a chiedere la salvezza di un sistema e dei suoi standard minimi, esprimiamo la nostra soddisfazione per questa assunzione di responsabilità. Sicuramente anche gli altri lavoratori faranno sentire la propria voce anche perchè c'è il concreto rischio stavolta di perdere centinaia di posti di lavoro.Avanti così dunque, con determinazione e continuità. Non diamo tregua ai grigi burocrati del Tesoro.

lunedì 9 luglio 2012

SPENDING REVIEW:THE DAY AFTER

“La CGIL se farà uno sciopero generale lo farà unitario A SETTEMBRE “(cioè con CISL, UIL e, con le debite distanze, con l'UGL). “Non esclude però una mobilitazione a luglio, sulla sanità”. Quindi sicuramente il Paese non verrà bloccato. Se lo fosse stato ora il governo PDL-PD-UDC sarebbe entrato in crisi. E non può, perchè deve portare a termine il suo compito. Lui, e non altri. Monti, non i partiti che lo sostengono. L'energia di tutti i lavoratori italiani verrà quindi convogliata e liberata quando in Parlamento tutto sarà fatto e compiuto. La stessa Confindustria, con Squinzi, può permettersi, pubblicamente, in coro con la CGIL, di dire peste e corna del governo (indispettendo Monti, a cui certe cose non erano state dette neppure dai suoi allievi all'Università). CGIL, CISL, UIL, UGL sono i sindacati che hanno i loro referenti politici nei partiti che sostengono il governo, per questo alle consultazioni vengono invitati solo loro. Occorre ammettere però che sono gli unici sindacati a saper portare in piazza migliaia di lavoratori (i quali non sanno più a che santo votarsi per evitare il peggio del peggio). Quindi qualche merito l'avranno. Quanto meno sono i più convincenti e rassicuranti. Gli altri sindacati? Tutti molto (a me) simpatici ma , purtroppo, zero. Politicamente (non sono interlocutori della politica, tutt'al più ottengono ogni tanto una interrogazione parlamentare) , organizzativamente (le cifre sparate sugli iscritti sono da sempre oggetto di ironia) socialmente (poche iniziative, con poche persone, che non preoccupano nessuno). Ciò vale sia per i sindacati “autonomi” che per quelli “antagonisti”. Nonostante tutti gli iscritti a qualunque sindacato siano sicuramente appassionati alla causa e in buona fede (mentre, diciamoci la verità, molti dirigenti sindacali lo fanno solo per business). Purtroppo partecipare a un sindacato in Italia per i lavoratori significa essere presi per i fondelli. L'unica speranza, per il singolo lavoratore, è che in questa battaglia il vaso non caschi in testa proprio a lui ma al vicino. Chissà in quanti uffici pubblici già dirigenza e funzionari stanno facendo i conti su a chi toccherà. Un po' come a scuola, quando, con tabelle sofisticate, si cercava di capire a chi sarebbero toccate le prossime interrogazioni.


Quindi sta passando tutto, ma proprio tutto, quanto voluto dalla classe dirigente del nostro Paese in danno delle condizioni di vita dei lavoratori, pubblici e privati. Questo sistema politico è concepito per autoconservarsi (e ci riuscirà), questo sistema sindacale per tutelare se stessi e i potenti.


E il lavoratore/cittadino? Paralizzato. Dalla paura di essere licenziato, di non riuscire più a pagare il mutuo o di perdere la casa acquistata. Le banche ed Equitalia sono lì ad attenderci. Lotta sociale? Inutile perchè ci sono i sindacati a controllarci. Ribellione elettorale (Lega Nord, SEL, IDV, Grillo)? Impraticabile. Se ne andrebbe qualsiasi sicurezza di preservare quel poco che si è risparmiato. L'italiano è politicamente moderato perchè è prudente. Ma è chiaro che siamo sotto ricatto.Non cambierà nulla , almeno politicamente. Inutile minacciare il non voto o il voto in cambio dell'impegno a depotenziare la spending review. Soprattutto l'impiegato pubblico vota il singolo partito nella stessa proporzione in cui lo fa il resto dell'elettorato. E continuerà a farlo, per prudenza. Sono possibili exploit ma una volta sola. C'è poi un altro dato che condanna in partenza gli impiegati pubblici. Presso il resto dei cittadini la popolarità loro (e della P.A. Cui appartengono) è agli stessi livelli rasoterra di quella dei politici. La popolazione cioè manderebbe volentieri all'inferno la P.A. (con il suo contenuto umano) e la Politica (indipendentemente dall'appartenenza partitica). Difficile che gli uni o gli altri possano fungere da base per il riscatto dell'Italia.


Troppo tardi (CISL)pensare alla riorganizzazione per evitare i tagli. I tagli ci saranno e dovranno essere i cittadini, nel Day After, a pretendere di avere determinati servizi che da anni mancano o sono insufficienti indipendentemente se da un soggetto pubblico o privato. Altrimenti, sì che verrebbe meno la coesione e il senso stesso delle Istituzioni. Guardiamo alla realtà: il personale pubblico (funzionari e dirigenza) attualmente non ha più credibilità. Occorreva pensare prima a evitare di delegare, come propri rappresentanti, carrieristi senza scrupoli e traffichini, capaci solo di tutelare se stessi e men che meno di svolgere un ruolo propositivo.E di rafforzare sigle sindacali esistenti ad immagine e somiglianza dei partiti, garanti, per loro conto, dell'ordine sociale.


E' dal 1980 che la contrattazione è una finta contrattazione (è da allora infatti che su questo subiamo un vero e proprio lavaggio del cervello) e quindi da allora si è sviluppata una finzione, un teatrino, che ha portato solo danni e povertà, che ha raso al suolo la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. L'appiattimento retributivo e di carriera ha demotivato tutto il personale e, dal 1993, la scandalosa retribuzione che hanno cominciato a percepire “dirigenti” promossi per raccomandazione ha completato il lavoro. E poi la corruzione, il malaffare, il nepotismo, e chi più ne ha più ne metta.


La falsa privatizzazione ha ucciso una PA già cadavere. Finora si era tirato avanti perchè le risorse ancora bastavano. Ora la festa è finita e molti ci rimetteranno posto e pensione.Anche perchè la retribuzione è talmente bassa che se di nascosto non ce la erogassero neppure ce ne accorgeremmo. Vale a poco l'allarme sulla fine dei servizi essenziali. In pratica già sono inesistenti o se ci sono, pura illusione. Ognuno di noi, raccontando episodi vissuti in prima persona, potrebbe attestarlo.


Siamo d'accordo nel cercare di riorganizzare la PA attraverso una concertazione tra Governo e parti sociali ma tra queste ultime debbono essere ricomprese anche le organizzazioni dei consumatori. E poi insistiamo, fino alla noia: occorre una alleanza tra chi lavora in buona fede nella PA e i cittadini/utenti esterni ad essa. Questa è l'unica cosa che temono i governanti, i banchieri, la partitocrazia, le gerarchie sindacali. Andiamo oltre queste forme organizzative dei lavoratori, oltre queste divisioni artificiose in sigle sindacali. Se la contrattazione deve essere finta, meglio che venga abolita. Se i meccanismi di rappresentatività diventano la maniera per rendere impossibile e impotente una vera dialettica, aboliamoli, torniamo all'assetto precedente. Se gli interessi dei lavoratori della PA e quelli costituzionalmente tutelati degli altri cittadini sono entrambi compromessi dal crollo di un sistema economico e sociale, poniamoci l'interrogativo se abbia ancora senso una legge sulla limitazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.


E infine finiamola con gli opportunismi anche interni alla fascia dei lavoratori pubblici “normali”. Ci facciano capire, anche attraverso forme democratiche di consultazione, quali forme di lotta siano disposti a adottare se, cioè, sono veramente disposti a tutto , determinati a rivoltare questa Pubblica Amministrazione, le sue assurdità e i suoi privilegi, come un calzino.


Le organizzazioni sindacali del lavoro pubblico che sono disposte a questo salto di qualità nella lotta per l'esistenza (dei lavoratori, delle loro famiglie e dei servizi) si facciano avanti e si impegnino unitariamente. Quelle intenzionate al doppio gioco vengano isolate e i loro fautori cambino mestiere, perchè il tempo della pazienza è finito.

domenica 8 luglio 2012

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:VIAGGIO IN UN ALTRO PIANETA

Veramente suggestivo l'articolo di sabato sul Il Giornale che potete rileggere qui di seguito:
http://www.ilgiornale.it/esteri/ecco_citta_costo_zero_dove_tutto_e_privatizzato/07-07-2012/articolo-id=595830-page=0-comments=1
Purtroppo la pubblicazione di questo articolo non può non inquadrarsi nella battaglia che contrappone, in Italia, coloro che ritengono che la Pubblica Amministrazione di gran parte dei servizi ai cittadini sia un modello superato e insostenibile nei costi e coloro che pongono l'accento sulla necessità che per la fascia di cittadini meno abbienti sia necessario che lo Stato (in tutte le sue articolazioni) venga incontro fornendo determinati servizi gratuitamente E/o a costi inferiori di un eventuale libero mercato.
Occorre però abituarsi, tutti, a ragionare sui problemi distaccandosi dalle polemiche politico-ideologiche.Anche perchè il processo di privatizzazione avanza da anni, conquista ambiti impensabili fino a poco tempo fa e ad esso hanno ormai fatto l'abitudine non solo gli sponsor più accaniti (le aziende) ma anche i cittadini e addirittura gli stessi lavoratori della P.A. I quali, contrariamente a quel che si pensa, votano più o meno gli schieramenti con le stesse proporzioni di consensi del resto dell'elettorato e, più che altro, vivono l'iscrizione ai sindacati semplicemente come precauzione per subire i minori danni possibili da questi cambiamenti in atto. Superfluo poi sottolineare che , anche nell'esempio USA, non è in discussione il ruolo dello Stato Federale (le cosiddette funzioni essenziali) al contrario dell'Italia in cui abbiamo un decentramento meno accentuato e uno Stato Centrale che cerca, con le unghie e con i denti, di resistere alla spoliazione di competenze a vantaggio delle periferie (e, dove perde, si rifà duplicando: pensiamo ad esempio all'agricoltura o alla sanità).
Qualcosa che si nota di meno è che in realtà quelle "aziende" USA, protagoniste della privatizzazione delle funzioni pubbliche sono molto, ma molto diverse da quelle italiane. Che , appunto, gestiscono "all'italiana" (quindi con immancabili ingredienti di monopolio mascherato, clientelismo , assoggettamento alla politica che non a caso designa i dirigenti), e lì scaturiscono altri costi impropri, ogni e qualsiasi moderna privatizzazione. Pensiamo alle Ferrovie, alle Poste, alla Telefonia, ecc.Proprio un altro mondo, dunque, al punto di partenza, durante la corsa e al punto di arrivo. L'Italia è l'unico paese in cui privatizzare significa: eliminare la vera concorrenza, diminuire i posti di lavoro, peggiorare la qualità del servizio e moltiplicare i costi. Cosa manca all'Italia per rifare tutto da zero e bene, così come sembra abbiano fatto (noi però non siamo andati a controllare) a Sandy Springs in Georgia (USA? E trovare un gioco che ci dia dei risultati e ci faccia risalire la classifica?Un grande allenatore. Pensavamo di averlo trovato in Monti ma ci sta deludendo.A sua giustificazioneb occorre considerare che i precedenti allenatori hanno combinato solo disastri. Che le casse sono allo stremo. La sua squadra è il risultato di anni di fuga dei cervelli dall'Italia e di mondo accademico invaso dal familismo. I tifosi (gli elettori) sono poco entusiasti e vanno poco allo stadio. I biglietti costano troppo e si preferisce stare dentro casa a guardare la televisione.
Chissà , magari un allenatore straniero che adotti metodi e gioco di oltreoceano...